pensare

«Pensiamo a un’architettura in grado di agire come baluardo nella difesa e pretesa dei diritti laddove vi siano frontiere create da marginalità ed esclusione.»

Personalità di diversa provenienza culturale e professionale sono state invitate a fornire idee e argomenti sul tema del bene comune e del suo rapporto con lo spazio costruito.
I contributors, consapevoli del crescente interesse generale nei confronti di questo argomento, si sono prima confrontati sulle rispettive posizioni, per poi misurarsi in gruppi di lavoro ed elaborare, infine, dei commenti individuali raccolti nel catalogo della mostra. Gli scritti sono ispirati più o meno fedelmente alle 3 domande proposte anche ai visitatori del Padiglione Italia:
Quale esempio spiega al meglio la tua idea di bene comune?
Perché il tema dei beni comuni sembra così pervasivo?
A chi faresti queste domande?
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Comitato

d’indirizzo

Daniela Ciaffi

sociologia e urbanistica partecipata

La cornice culturale generale in cui si iscrive questa transizione è il passaggio dal paradigma bipolare amministratori-amministrati al paradigma collaborativo in cui soggetti pubblici, privati e del terzo settore costruiscono nuove alleanze.

Maurizio Coccia

critica dell’arte contemporanea

Nell’ambito del bene comune azione e oggetto si presuppongono reciprocamente, e s’incontrano nella finalità collettiva, nell’interesse pubblico. Salus populi suprema lex, secondo Tommaso d’Aquino. Agire per il bene comune significa spingere ognuno verso il bene della comunità.

Davide Tommaso Ferrando

critica d’architettura

L’architettura, una volta introdotta nella sfera dei Beni Comuni, si caratterizzerà più per la capacità di attivare processi collettivi di riappropriazione e trasformazione dell’ambiente urbano, che per l’assunzione di una determinata forma fisica.

Alessandro Franceschini

economia solidale

In una prospettiva in cui oltre un terzo della popolazione mondiale vivrà in slum e periferie urbane, la partecipazione e la condivisione di idee e soluzioni deve diventare la via maestra per rendere vivibili gli spazi inospitali, anche se le risorse economiche a disposizione sono scarse.

Emiliano Gandolfi

urbanistica e curatela

Per costruire un discorso di condivisione urbana, è necessario anzitutto creare un proprio alfabeto, un lessico per la conquista e la preservazione del bene comune. […] Ora prova a scrivere il tuo abbecedario.

Giuseppe Longhi

urbanista

Sono affascinato dalle esperienze delle imprese civiche del terzo settore, che offrono beni e servizi creando nuovo valore (economico ambientale e sociale) per una società in cui l’apatia sembra la regola.

Andrea Mariotto

comunicazione e partecipazione pubblica, coordinatore

Andare ‘oltre’ il bene comune è evitare la sua oggettivizzazione, e il conseguente rischio di ridurlo a merce, per apprezzare piuttosto la sua capacità di renderci attori di processi pienamente sostenibili.

Francesco Marsciani

semiotica

Una comunità senza confini che immagina la comunanza come una radicale non appartenenza, come una forma più profonda e radicale di responsabilità, quella del debito che intratteniamo con le condizioni della nostra esistenza.

Ezio Micelli

valutazione economica del progetto

Ora è necessario cambiare radicalmente prospettiva. Occorre ripensare il patrimonio come sostegno allo sviluppo di medio e lungo periodo e non solo come ricchezza da rendere prontamente liquida.

Luca Molinari

architettura e curatela

L’architettura ha la forza di leggere le complessità e di legarle tra di loro, di renderle comprensibili trasformandole in progetto comune; l’architettura produce speranza perché lavora sull’idea di futuro nella realtà.

Matteo Passini

finanza etica e cooperativa

L’attenzione dev’essere posta non tanto sul bene comune (territorio), ma sul processo (progettazione, produzione, gestione, organizzazione) che può convertirlo in una risorsa per tutti, in grado di soddisfare i bisogni della collettività.

Emanuela Saporito

progettazione partecipata e studi urbani

È possibile fare un elenco dei beni pubblici e privati, ma non dei beni comuni, perché gli abitanti riservano continue sorprese nell’individuarli, nel costruirvici sopra nuove alleanze, nel dedicarvici le proprie energie.

Sandro Scandolo

fisica

I beni materiali sono oggi sempre più il risultato di pensieri ed emozioni, solidarietà e speranza, cioè di quel patrimonio comune immisurabile di cui il genere umano sta lentamente, ma inesorabilmente, riappropriandosi.